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Il Vesuvio tra effusioni ed eruzioni

Il Vesuvio è uno dei due vulcani attivi dell’Europa continentale nonché uno dei più studiati e pericolosi al mondo.

Certo la natura fa il suo corso ‘naturalmente’. Ciò che costituisce un pericolo enorme è l’uomo che ha costruito case fin sulle pendici del vulcano. Per la sua pericolosità, alcuni interventi legislativi hanno individuato la zona più a rischio in caso di eruzione e l’hanno denominata “zona rossa”.

Il Vesuvio è stato il primo vulcano ad essere studiato sistematicamente, infatti, risale al 1841 la costruzione di un Osservatorio Vesuviano ancora funzionante. Si può dire che la vulcanologia, come vera e propria disciplina, nasce proprio in quegli anni.

Le eruzioni vulcaniche si verificano quando il magma, proveniente dall’interno della terra, fuoriesce in superficie. Possono avvenire dalla bocca del vulcano, come nel caso del Vesuvio, o da bocche che si aprono in punti diversi, come nel caso dell’Etna.

In genere, la presenza o la risalita del magma, all’interno dell’edificio vulcanico, è accompagnata da fenomeni “precursori”, anche se sarebbe più appropriato considerarli come indicatori di un processo già in atto, tra cui:

  • L’innesco di fratture (terremoti) causato dalle tensioni meccaniche nelle rocce;
  • Variazioni del campo magnetico all’interno dell’edificio vulcanico;
  • Cambiamento di composizione delle emanazioni gassose dai crateri e dal suolo;
  • Variazioni delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque di falda.

Questi fenomeni oggi possono essere rilevati da complesse reti strumentali che monitorano 24 ore al giorno. Tuttavia la vulcanologia non è ancora una scienza esatta in grado di prevedere un’eruzione sicchè il pericolo che incombe sulla popolazione è sempre presente. 

Per i vulcani non esiste una scala di magnitudo come quella utilizzata per i terremoti ma ci sono diverse misure e informazioni che possono aiutare nella classificazione dell’eruzione.

Vi sono eruzioni effusive caratterizzate da una bassa esplosività e da emissioni di magma fluido che scorre lungo i fianchi del vulcano. Da reazioni effusive si generano, prevalentemente, colate di lava che scorrono sulla superficie terrestre con una temperatura che va dai 700°C ai 1200°C e con una velocità che dipende dalla viscosità del magma.

Vi sono, poi, anche eruzioni esplosive caratterizzate da frammenti di magma, chiamati piroclasti, che vengono espulsi dal vulcano con violenza. Le “bombe vulcaniche” sono frammenti di lava che, espulsi, si raffreddano fino a solidificarsi prima di raggiungere il suolo. Anche lapilli e ceneri sono frammenti di magma espulsi durante un’eruzione esplosiva ma si tratta di materiali molto più fini. Le ceneri, in particolare, sono minuscole e possono essere trasportate dal vento anche per centinaia o migliaia di chilometri.