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Sterminator Vesevo

La storia delle eruzioni del vulcano

“Qui su l’arida schiena
Del formidabil monte Sterminator Vesevo,
La qual null’altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti.”

In questi versi, tratti da “La Ginestra” del grande Giacomo Leopardi, l’autore, appella il Vesuvio come “sterminator”, ricordando, così, le forze ctonie gigantesche che smuove e che travolgono, senza nequizia, qualunque cosa e chiunque si trovi in quei luoghi. 

L’inizio dell’attività vulcanica, nella zona del Vesuvio, risale ad almeno 400.000 anni fa: datazione dovuta a lave trovate sotto la scorza della terra superficiale. 

Il vulcano che conosciamo oggi, inizialmente, era sottomarino, poi erompe dalle acque, prepotente, fino a definirsi come cono che svetta spettacolare e tocca le nubi.

Dalla sua formazione al 79 d.c. c’è stata una serie di eruzioni effusive alternate a periodi di quiete. La prima che c’è stata descritta da Plinio il Giovane, che raccontava dell’esperienza di suo zio Plinio il Vecchio. E’ stata, sicuramente, la più distruttiva della storia! Lo Sterminatorcoprì le fiorenti città di Pompei e Ercolano: cose, animali, uomini; sepolti e ‘congelati’ in una miscela di cenere e lapilli. 

L’immensa forza che proveniva dalle viscere della terra cambiò pure la stessa morfologia del vulcano: la cima da piatta divenne conica; alla vegetazione che svettava sulla vetta si sostituì un’area praticamente desertica. Nel corso del tempo ci sono state diverse eruzioni effusive che, tuttavia, non hanno apportato grandi cambiamenti morfologici. 

Notevole e grande impressione destò quella del 1631 che durò ben 19 giorni e, si dice, che solo i portentosi poteri di san Gennaro riuscì a fermare l’ira funesta dello Sterminator. I ‘maligni’ sostengono che san Gennaro, nella sua misericordia per il popolo napoletano, avrebbe potuto non dar proprio luogo all’eruzione!

Per quanto riguarda il XX secolo, devastante fu l’eruzione del 1906, che fece più di 400 morti. L’ultima è quella che avvenne tra il 16 e il 29 marzo 1944, quando colonne di lava alte 800 metri si innalzarono nel cielo e ripiombando al suolo cosparsero di cenere i tetti delle case fino a Salerno. A partire da questa eruzione il condotto craterico si è ostruito ed il vulcano è entrato in una fase di quiete, senza il pennacchio di fumo che era ormai diventato costante anche nei periodi di calma negli ultimi secoli. Quiete, calma, riposo, stasi, torpore, sopore, letargo, sonno… e già si pensa al risveglio!