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Per far la carta ci vuole uno straccio

La tradizione che nasce dall’acqua

Sul territorio italiano, proprio nella zona della costiera amalfitana, ha origine l’arte della fabbricazione della carta. L’introduzione delle cartiere avvenne nel corso del XIII secolo, quando i mulini ad acqua vennero trasformati in gualchiere che, grazie all’abbondante presenza di acqua e grazie alla possibilità di procurarsi facilmente stracci, materia prima per la composizione del prodotto, provvedevano ad ammorbidire i panni. Infatti, la carta era stata scoperta proprio quando un abitante, sciacquando dei panni logori in acqua, notò che sulla superficie si era formato un sottile strato di fibre che, dopo pochi giorni, raccolse e mise a seccare sull’erba. Il foglio secco era estremamente morbido e bianco e poteva ricevere la scrittura.

Dal XV secolo aumentò l’esigenza di scritture e ciò determinò l’impianto di nuove cartiere, il cui numero crebbe col passare degli anni. Intorno al 1860 erano attive, esclusivamente ad Amalfi, ben 38 cartiere, finchè la disastrosa alluvione del 1954 distrusse la maggior parte delle cartiere, lasciandone attive soltanto tre. Tuttavia Amalfi sarà sempre ricordata per la sua grande e raffinata produzione in tutto il Mediterraneo.